di Salvatore Bonfiglio e Claudio Martinelli
Il duplice pronunciamento della Corte di giustizia dell’Unione Europea del 16 febbraio 2022, attestante la legittimità del Regolamento 2020/2092 istitutivo di un meccanismo di condizionalità che lega il bilancio alla tutela dello Stato di diritto, segna senza alcun dubbio un momento di passaggio nel tortuoso e conflittuale percorso che porta alla protezione ultima dei valori sui quali si regge l’architettura europea.
Lungi dal concentrarsi in via esclusiva sulle ragioni di ordine prettamente giuridico-normativo che hanno consentito di dar vita ad un simile istituto in conformità con quanto stabilito dai Trattati istitutivi dell’Unione Europea – diversamente da quanto prospettato nei ricorsi di Ungheria e Polonia – l’occasione è valsa al Giudice di Bruxelles la possibilità di estendere la propria prospettiva sul thema decidendum, facendo chiarezza su alcune questioni poste al centro del processo di integrazione, al culmine di una fase caratterizzata dall’emersione sempre più evidente di segnali orientati in senso contrario e carichi di una portata disgregativa. È solo in questo quadro, e date tali premesse di contesto, che si possono comprendere le ragioni che hanno spinto la Corte di giustizia a marcare l’esistenza di valori indefettibili che, nel costituire il patrimonio fondamentale del sistema sovranazionale, ne rappresentano al contempo l’identità ultima. Quella stessa identità che trova la sua ragion d’essere proprio nella doverosa condivisione dei medesimi principi e che in ultima analisi si pone come base costitutiva di quel rapporto di reciproca fiducia che deve informare le relazioni politiche ed istituzionali fra i Paesi membri, al di là delle specifiche differenze che inevitabilmente esistono all’interno di un sistema complesso qual è quello eurounitario. Solo in questo modo, riprendendo i ragionamenti della Corte, è possibile dare effettiva concretezza al canone della solidarietà che trova la sua massima espressione nell’esecuzione e nella imprescindibile protezione del bilancio, data la sua funzione “costituzionale”.
Con tutta probabilità si tratta di assunti e argomentazioni destinate a ritornare in futuro sulla penna dei giudici europei e della dottrina in cerca di una più chiara, e per certi versi necessaria, sistematizzazione, data l’ampia gamma di interrogativi che ancora permangono in cerca di soluzione.
Proprio dal sentito bisogno di approfondimento attorno a temi così centrali per il futuro di tutti noi è sorta l’iniziativa del seminario di studi organizzato nel marzo del 2022 presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, nell’ambito dello Jean Monnet Module Supranational Integration and National Identities, dal titolo Condizionalità europea e Stato di diritto: riflessioni a margine delle sentenze della Corte di giustizia del 16 febbraio 2022. L’intenso dibattito occorso in quell’occasione ha fornito l’opportunità per un ulteriore sviluppo degli interventi dei Relatori, i cui atti sono stati fatti confluire all’interno di questo numerodella Rivista. Questa sezione “Saggi” interamente dedicata, muovendo dalle sentenze del 16 febbraio 2022 e con una prospettiva di più ampio respiro, si pone l’obiettivo di enucleare nella loro complessità le principali ricadute del duplice giudizio, tratteggiandole nella più ampia cornice dello stato attuale in cui versa il progetto europeo.