La revoca della cittadinanza tra sicurezza nazionale e diritti. Note a margine del caso Shamima Begum

di Maria Dicosola

Il 26 febbraio 2021, con sentenza R (on the application of Begum) v. Special Immigration Appeals Commission, la Corte Suprema britannica si è pronunciata nel caso relativo alla revoca della cittadinanza disposta a carico di Shamima Begum, una cittadina inglese per nascita sul territorio, che, nel 2015, all’età di 15 anni, si reca in Siria per unirsi all’Isis. Nell’accogliere il ricorso del Segretario di Stato contro le sentenze pronunciate in secondo grado dalla Corte d’Appello e della Divisional Court, i giudici supremi hanno confermato la legittimità della revoca, disposta mentre la destinataria si trovava ancora in Siria, in un campo profughi. Vengono invece rigettati definitivamente i motivi di ricorso presentanti da Begum, secondo i quali il provvedimento, impedendole di fare rientro nel Regno Unito, la esponeva al rischio di subire maltrattamenti e alla violazione dei diritti fondamentali, tra i quali, in particolare, il diritto a un’udienza equa nell’ambito del procedimento giudiziario contro la decisione di denazionalizzazione. La sentenza, che ha ricevuto ampia eco nei media britannici e internazionali, suggerisce alcune riflessioni in merito alle problematiche connesse con la revoca della cittadinanza nel Regno Unito, misura progressivamente ampliata a garanzia dell’interesse pubblico alla sicurezza nazionale, nel contesto delle politiche di contrasto al terrorismo.


Abstract

In a ruling delivered on February 26, 2021, the UK Supreme Court confirmed the decision, adopted by the Secretary of State on the basis of art. 40(2) BNA, to deprive Shamima Begum of her British citizenship for national security reasons, due to her affiliation to ISIS, stating that the decision is not in contrast with her right to a fair hearing. According to the Court, indeed, in deprivation decisions the Secretary of State enjoys a wide margin of discretion and national security interests shall prevail over individual rights. As it is argued in this paper, the ruling is highly problematic, providing, while indirectly, for additional limitations to the right of the individual to a citizenship.

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